Fino ad ora si è sempre parlato del fenomeno della generazione “sandwich”, costituita da 45-60enni stretti fra figli piccoli o comunque non autonomi e genitori invecchiati a cui dare supporto.
E’ in crescita adesso una nuova generazione, che potremmo definire “doppio sandwich” a 4 strati perché tante sono le classi d’età interessate. E’ la fetta di popolazione tra i 55 e i 75 anni, con ancora i genitori, e i figli da supportare per la gestione dei nipoti e su cui va a pesare l’intero clan familiare.
Anche se sono in predominanza donne, cresce la presenza maschile, di questa generazione che deve occuparsi di almeno tre ruoli: la cura della casa, l’assistenza ai nipoti per alcune ore e il sostegno ai genitori spesso non più autosufficienti.
Mancano numeri precisi sul fenomeno, ma delle indicazioni si possono trovare dai dati del rapporto Istat sulla «Conciliazione tra lavoro e famiglia » da dove si ricava che i cittadini che assistono regolarmente figli o altri parenti malati, disabili o anziani sono oltre 2 milioni e 800 mila. E di questi la quota maggiore è tra gli individui di 45-64 anni (12,2%) e tra gli inattivi (9%) che spesso rinunciano a lavorare.
E’ comunque un dato in crescita, poiché negli ultimi 8 anni la quota di caregiver è passata dal 22,8 al 33,1 per cento, ed è cresciuta anche la loro età media, arrivando a quota 50 anni, appunto la generazione sandwich. Gli aiuti descritti nella rilevazione sono anzitutto «compagnia, accompagnamento e ospitalità» (35,9%) seguiti da quelli per l’espletamento di pratiche burocratiche (30,4%) e l’aiuto nelle attività domestiche (28,8%). Anche la ricerca della società Jointly per l’Università Cattolica conferma che su un campione di 30mila lavoratori un terzo di loro è impegnato come caregiver familiare con un anziano e, fra questi, il 25% ha anche la responsabilità di cura di figli minori. E il 57% di loro ha più di 50 anni.
Nonostante ci sia una proposta di legge per aiutare i caregiver, questi continuano a non sentirsi supportati, soprattutto se sono lavoratori, tanto che molte aziende stanno ri-orientando la loro offerta di servizi integrativi aprendo anche ai genitori anziani e non più solo ai figli dei loro dipendenti.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)